Aumentano le richieste di figure High skill da parte delle Imprese italiane
+510mila unità all’anno fino al 2022. Queste le stime di UNIONCAMERE e Anpal
Il cosiddetto “mismatch” tra domanda e offerta di lavoro, ovvero la mancata corrispondenza tra le competenze o il livello d’istruzione degli individui e quelli richiesti dal mondo del lavoro, è sempre più evidente, soprattutto per quanto riguarda le offerte che interessano i giovani.
È ormai certo, però, che nei prossimi anni in Italia si vedrà una forte crescita nel campo della formazione. Una formazione che, legata all’Industria 4.0 e al mondo del lavoro, mirerà a risollevare il mercato economico italiano andando ad aggredire il problema della disoccupazione, soprattutto quella tra i più giovani.
Dati riguardanti il fabbisogno occupazionale e professionale in Italia da qui al 2022 sono emersi dal report annuale Excelsior, targato UNIONCAMERE e Anpal, con stime che ruotano attorno alle 510.000 unità annue (+ 2,1%), suddivise in base ai 3 livelli professionali:
- High Skill
- Medium Skill
- Low Skill
e di cui un 82% riguarderà il replacement demand, ossia la necessità di trovare sostituzioni a posizioni lavorative, che nasce dall’elevata percentuale di personale in uscita (pensionamento, mortalità, altre cause).
È tuttavia importante tener ben presente che alla maggior parte di questi nuovi ingressi verranno chieste competenze sempre più elevate e qualificate: il futuro è digitale, le aziende si stanno innovando e puntano sempre più all’assunzione di figure high skills (dirigenti, professioni specialistiche e tecniche) e sui saperi hi-tech.
Ma quindi, quali figure sono tra le più ricercate dal mondo del lavoro?
Ecco la top 10 del 2018:
- Data Analyst:Professionista che si occupa dell’analisi di grandi quantità di dati che serviranno poi al management per le corrette pianificazioni di business.
- Sviluppatore Blockchain: Esperto informatico che si occupa della creazione di nuove tecnologie volte a garantire una maggiore sicurezza nella memorizzazione e nello scambio di informazioni e dati sensibili.
- Account Manager: Professionista che, per conto di un’impresa, gestisce sia la vendita di servizi complessi che i rapporti con determinati clienti.
- Esperto nella Cyber Security: Esperto di sicurezza informatica che si occupa di prevenzione di minacce cyber e di violazione di dati sensibili, calcolandone i rischi e suggerendo le opportune contromisure.
- Network System Engineer: Esperto che, al fine di soddisfare le esigenze soprattutto di aziende dalle maggiori dimensioni, ha come compito principale quello di individuare, progettare e implementare le soluzioni informatiche più adatte.
- Training Manager: (Learning Manager) Figura professionale che, tenendo conto delle dimensioni organizzative aziendali, si occupa della conduzione di corsi di formazione, al fine di valorizzarne l’apporto al business aziendale e di mettere le risorse umane nella condizione più idonea per operare in maniera coerente con le strategie di business.
- Digital Crisis Manager: Figura professionale innovativa che si occupa di monitorare e supervisionare i canali social aziendali, andando inoltre a definire eventuali piani di intervento in caso di crisi (fake news, campagne denigratorie, criticità nella percezione dei prodotti/servizi offerti o del livello di assistenza garantito, ecc.).
- Motion Designer: Esperto della cosiddetta “grafica in movimento” e che anima e dà vita a progetti come: sigle e spot televisivi, titolazioni cinematografiche.
- Modellatore 3D: Professionista che, date le molteplici richieste ed esigenze (tecnico/artistiche) del mercato, si avvale di particolari software per l’elaborazione e la creazione di oggetti virtuali, geometrici o organici.
- E-Commerce Manager: Esperto che si occupa principalmente dell’organizzazione e della gestione di strategie di vendita attraverso attente analisi del mercato di riferimento.
È quindi evidente come le aziende siano alla ricerca di profili sempre più specifici, ma è allo stesso tempo ancor più forte l’esigenza che mette in luce la mancanza di figure professionali con skills idonee a ricoprire tale domanda.
Grande dovrà quindi essere lo sforzo da affrontare, soprattutto partendo dalle scuole che, in presenza di un mondo del lavoro in rapido cambiamento, avranno il compito di uniformare i propri percorsi curricolari con esigenze sempre più specifiche.
Si avrà quindi bisogno di strategie e strumenti di orientamento efficaci ed innovativi, in grado di stimolare i giovani e metterli nella condizione tale da compiere scelte oculate, col fine di creare un collegamento tra le loro vocazioni e le opportunità occupazionali all’uscita della scuola.
La scuola ha il compito di far crescere persone che siano in grado di capire, condividere ed andare a volte contro linee di pensiero imposte da mode, che spesso si avvalgono in modo improprio di tecnologie.
Se da un lato si ha bisogno di un investimento di più risorse nel settore istruzione per dar vita a maggiori opportunità formative, dall’altro vi è anche la necessità di ricominciare a considerare l’educazione come fonte di sviluppo: l’Istruzione è un diritto, studiare un dovere.
Chissà se con gli obiettivi auspicati per i prossimi anni si assisterà a cambiamenti positivi che porteranno quindi ad una diminuzione di quello che ormai è argomento più che discusso: la disoccupazione giovanile.
Chiara Vizzini