Mancano pediatri ospedalieri. «Ne cerchiamo sei che vogliano occuparsi della terapia intensiva neonatale” spiega Daniela Conti, il direttore del personale di Fondazione Poliambulanza di Brescia. Il Poliambulanza è un ospedale multispecialistico privato, convenzionato con il servizio sanitario nazionale che ha una storia di oltre un secolo e più di 1800 dipendenti.
Tra le sue mura l’effetto crescita zero o negativa proprio non si sente, l’anno scorso sono venuti al mondo oltre 2.800 bambini, più dell’anno prima e più ancora di quello precedente. Ma trovare i pediatri è una lotta, nonostante offra un trattamento economico interessante corredato da un nutrito pacchetto di benefit.
Soprattutto mancano neonatologi per l’assistenza medica ai bimbi nati prematuri e gravemente prematuri e non ci sono percorsi di specializzazione in neonatologia.Non è problema solo loro. «È così in tutta Italia, c’è una carenza strutturale che esiste da anni», sottolineano.
E la situazione che descrivono è davvero complessa. Mancano pediatri e andrà di male in peggio: la Società Italiana in Pediatria ha calcolato che nel 2020-2025 ce ne saranno poco più che 8000 in Italia, il 40% in meno rispetto al 2013. E, in aggiunta soltanto una minima parte di pediatri sceglie l’ospedale.
Per un mix di fattori «esplosivo». «Non sono solo turni, notti e reperibilità. Non è facile dal punto di vista del coinvolgimento umano, soprattutto nelle terapie intensive prenatali come le nostre, che accolgono bambini dalla 25esima 26eima settimana, con una possibilità di sopravvivenza a volte molto bassa. Non è facile e c’è un alto rischio di contenzioso medico legale», elenca l’Hr.
Il risultato? Una corsa dei giovani pediatri verso la pediatria di base. In più aggiungiamoci il numero chiuso (dalle scuole di specializzazione ne escono soltanto 280 all’anno) e così i bandi degli ospedali vanno a vuoto o quasi.
Fonte: http://nuvola.corriere.it/2017/10/04/troppo-pochi-pediatri-ospedalieri/